martedì 12 maggio 2015

G'day mate!

Hello readers!

"Auaia"? (che starebbe per "How are you" masticato un po' esagerato Australiano, per dar un po' di enfasi dai :) )

Oggi vi voglio parlare dello stereotipo del "G'day mate!", si', perche' principalmente di stereotipo si tratta.

"G'day" facile da immaginare sta per "Good day", and "mate" e' la versione aussie di "buddy" in America, mettiamola cosi'. Diciamo che potreste tradurlo in Americano come "'morning buddy!"...ma tanto quanto non l'ho mai praticamente sentito dire dagli Americani, G'day mate credo forse una o due volte in Australia, magari anche solo "G'day" senza il mate, che e' davvero troppo informale.

Cosa buffa invece e' che molto spesso, se doveste capitare qui down under, la gente vi salutera' aggiungendo un "how are you?" o "how're you doing?". Ora come molti sanno questo e' tipico nel mondo anglosassone in un colloquio formale o semi/formale, ad esempio telefonico; devo ammettere che qui pero' mi succede molto piu' frequentemente che paragonato alle esperienze inglesi/americane, e devo dire di piu', a volte non e' solamente una detto cosi' per formalizzare, ma puo' capitare che qualcuno, il perfetto sconosciuto, sia realmente interessato un minimo alla tua "storia" o giornata (tuttavia non saprei dire se sia dato perche' visto come straniero), sta di fatto che piu' di una volta mi e' capitato di parlare con perfetti sconosciuti in bus/treno perche' volevano saperne di piu' di me, prima di scomparire tra la folla pochi istanti dopo.

Qui ho raccolto quelle per me piu' significative, o che perlomeno ho sentito pronunciare per davvero e non solo lette in giro ;)


1. Aussie
Australiano o Australia in generale, ma principalmente direi "qualcosa/qualcuno di Australiano"
i.e.: "I'm an aussie mate, I don't do that kind of shite you do here in America."

2. Barbie
Forse meglio conosciuto come bbq? :) qui si chiama barbie, perche' e' comune accorciare le parole.
i.e.: "throw another prawn on the barbie"

3. Thongs
Flip Flop in America, non provate nemmeno lontanamente a chiamarle cosi' qui, vi guarderanno storto! :D
i.e.: "I laugh when yanks get confused by the sign in aussie pubs that say "no thongs" at the door."

4. G’day mate
The Aussie greeting – abbreviazione di ‘good day’ come abbiamo gia' visto. ;)

5. Arvo
Semplicemente "Afternoon", o pomeriggio che dir si voglia. :)
i.e.: "I'll see you tomorrow arvo mate!"

6. No worries!
Questa a onor di classifica forse andrebbe messa per prima...ma, ehy, "no worries", va bene anche qui :D Si' perche' significa proprio "nessun problema", "Ok cosi'", "tranquillo". No worries racchiude un po' la filosofia di vita Australiana in due parole, ovvero non preoccuparti troppo delle futili cose e dedicati ad assaporare di piu' il gusto di vivere.
i.e.: "Sorry about dropping my beer all over your lap" 
"No worries mate"

7. The Bottle-o
Anche conosciuto come "Bottle Store", ovvero dove poter comprare bevande alcoliche. Si' perche' in Australia l'alcohol ("Grog" o "Booze") e' venduto "a parte", e cosa abbastanza comune e' pure il "BYO" (Bring Your Own) al ristorante (ma di questo magari parleremo a parte).
i.e.: "Lets get a beer from the bottle-o"

8. Good on ya!
"Well done!", "Good for you!", "Good job!", insomma Ben fatto mate! ;)
i.e.: "You broke up with that buck-toothed harpie? Good on ya, mate!"

9. Reckon
Ad onor del vero "reckon" non e' prettamente aussie ma bensi' British english da vocabolario, tuttavia (parlo sempre per esperienza personale, sia chiaro) non l'ho mai sentita usare da Inglesi, o forse una/due volte in Tv ma mai in vita quotidiana, mentre appena arrivato qui a Sydney non facevo altro che sentire "reckon" in ogni conversazione: "what do you reckon?", "do you reckon?" "oh, I reckon it". "Reckon" sta per "believe", o "judge", insomma l'opinione su qualcosa, cosa se ne pensa in merito.
i.e.: "Rain tomorrow, d'you reckon?"

10. (Bloody) Bludger!
Questa la metto piu' per "funny" personale che per popolarita' :D, e' a mio avviso un po' old-fashion e piu' da "woop woop" (outback, in the middle of nowhere...bonus 11 questa). "Bludger" e' uno scansafatiche, la classica "Lazy person", enfatizzato chiaramente dal "bloody" (che in USA sarebbe fu**ing). L'unica volta che l'ho sentita citare e' stato durante una gita alle Blue Mountains dalla nostra guida, un mix tra Indiana Jones e Crocodile Dundee! (di cui allego foto) xD
i.e: "Why don't you get off your arse and give us a hand, ya bloody bludger!"

Ce ne sarebbero un milione da citare, voi cosa ne pensate? Ne conoscete qualcuna che meriterebbe di esser citata? Fatemi sapere, a presto!

domenica 10 maggio 2015

Back on track!

Che razza di titolo e'? Non sapevo proprio cosa scrivere, sorry! :)

Volevo attendere i 3 mesi per scrivere un nuovo articolo, ma poi ho pensato "e perche'?", di fatto e' da un po' che penso al blog e a cosa scrivere "next", e di idee ce ne sono un mucchio, oltre che a "vergognosamente" un sacco di tempo libero per scrivere (vergognosamente perche' non scrivo e vergognosamente perche' non faccio comunque altro di "utile", o per lo meno non e' che mi "spacchi il cu*o" mettiamola cosi' :D).

Colgo l'occasione intanto per aggiornare un po' tutti su come vanno le cose, come sto, cosa faccio etc etc, so che tanti sono curiosi di sapere e non avete idea di quanto mi riempia il cuore sentire qualcuno di voi ogni tanto, thanks!!!

"Sei felice?" Yes, definitively!
Sono strafelice di esser qui, non e' stato facile certo e non lo e' tuttora, ma l'idea che avevo dell'Australia e di Sydney e' ancora meglio di quanto mi immaginassi. Non so, c'e' qualcosa di magnetico che mi ha portato a venire qui, e che tuttora percepisco giorno dopo giorno camminando e respirando la citta'...so che qualcuno potrebbe dire che e' tutto comunque ancora relativamente nuovo e "freshy", che non e' realmente "vita" quella che sto facendo, ma ehy, chissenefrega :D (daltronde ho lavorato di fila circa 25 anni, anche se non lavoro per un po' mica crepo).




"Rimpianti?" No, zero!
Se non lo avete ancora fatto date un'occhiata ad un stupendo articolo che pubblicai prima di questo, lo trovate qui.

L'unico rimpianto forse e' di non averlo fatto prima, ma ogni cosa ha il suo tempo, io spesso sono lento nel mettere in pratica le cose, uno perche' da nerd informatico che sono devo avere sempre tutto sotto controllo e programmato, e due per il fatto che essendo parecchio timido spesso non riesco a "buttarmi" come vorrei, ma ho decisamente imparato che a volte bisogna lasciarsi trasportare dagli eventi (ci sto ad ogni modo ancora lavorando, non e' sempre cosi' xD). Certo ci sono persone che mi mancano un casino, ma questo e' un altro paio di maniche, e magari un discorso che affrontero' in un altro articolo.



Per ora non vorrei aggiungere altro, non voglio rendere il blog "na pizza", ho intenzione di renderlo qualcosa di utile oltre che funny e diario di bordo, ed impegnarmi a scrivere poco ma piu' spesso...molto di piu' ;)

Nel prossimo post qualcosa di piu' su dove sta andando la barca, e su "What's Next", alright? :)


See you soon, saluti da Sydney!




mercoledì 10 dicembre 2014

Meglio vivere di rimorsi o di rimpianti?

E' da un po che non scrivo nulla ma l'ultimo periodo e' stato davvero full di preparativi vari, una miriade di impegni si accavallano l'un l'altro e le piccole cose si sommano tra loro facendo inesorabilmente incetta del tempo libero, tanto che mi sono reso conto che probabilmente ad alcune persone a cui tengo molto (ma che non vedo cosi' spesso) ho gia' in qualche modo dovuto dare "l'ultimo saluto" prima della mia dipartita (oddio detta cosi' sembra di andare al patibolo :) )

Detto questo, per il momento mi limitero' a condividere questo articolo pubblicato dal "LinkedIn Influencer" Jeff Haden, sul quale ho avuto il piacere di incappare oggi e che, per quanto esponga alcune "ovvieta'" sentite, lette e rilette, ho trovato molto interessante e sopratutto convolgente.

Vorrete perdonarmi se non mi sono messo a tradurlo...fate un piccolo sforzo ;-)
A presto...



Perspective is a funny thing. Look forward and the path seems uncertain, the future unpredictable. Look back and all the dots seem to connect... except the dots that mark the choices you didn't make and the risks you didn't take.
Here are 10 choices you will someday regret having made:

1. Choosing the pain of regret over the pain of discipline.

The worst words you can say are, "If I had only..."
Think of all the things you've wanted to do but never have. What did you do instead? If you're like me, you can't recall. All you know is that time is gone and whatever you did instead wasn't even worth remembering.
Think about one thing you dreamed of doing five or 10 years ago but didn't work to do... and think about how good you'd be today at that one thing if you had. Think about all the time you wasted and can never get back.
Then, starting today, push yourself to do what you hope to do... so five or 10 years from now you won't look back with regret. Sure it will be hard. Sure it will be painful.
But it will be a lot less painful than how it will someday feel when you look back on what could have been... but isn't.

2. Choosing not to be brave.

Being brave doesn't mean you aren't afraid — in fact, the opposite is true. Courage without thought or meaning is simply recklessness. Brave people aren't fearless; they've simply found something that matters more to them than fear.
Say you're scared to start a business. Find a reason that means more: creating a better future for your family, wanting to make a real difference, or hoping for a more rewarding and fulfilling life.
Once you find a greater meaning, you also find courage. See fear not as something to shrink from but as something to overcome — because that's all it is.

3. Choosing not to say, "I will."

A boss once gave me what I thought was an impossible task. I said, "OK. I'll try."
He told me trying didn't matter — as long as I didn't quit, I'd finish it. Trying didn't enter into it. Persistence was all that mattered.
Often we say, "I'll try," because that gives us an out. Our egos aren't on the line. Our identities aren't on the line. After all, we're just "trying."
Once you say, "I will," your perspective changes. What previously seemed insurmountable is no longer a matter of luck or chance but of time and effort and persistence.
When what you want to do really matters, don't say, "I'll try." Say, "I will," and then do everything possible to keep that promise to yourself.

4. Choosing not to take plenty of shots.

You may never create the perfect business plan, may never find the perfect partners or the perfect market or the perfect location, but you can find the perfect time to start — because that time is now.
Talent, experience, and connections are important, but put your all into enough new things, and some will work.
Plus, after you take enough shots, over time you'll grow more skilled, more experienced, and more connected. And that will mean an even greater percentage of your efforts will succeed. Take enough shots, and learn from each experience, and in time you'll have all the skills, knowledge, and connections you need.
Ultimately, success is a numbers game; it's all about taking a shot, over and over and over again. The more shots you take, the more times you will succeed. So get the power of numbers on your side and take as many shots as you can.
There is no guarantee of success, but when you don't take any shots at all, you're guaranteed to always fail.

UHaul Moving TruckAPIf you're scared to move, go ahead and take the plunge.

5. Choosing not to move.

Familiarity creates comfort. But comfort is often the enemy of improvement.
If you have a great opportunity and the only thing holding you back is the thought of moving, move. If you want to be closer to family or friends and the only thing holding you back is the thought of moving, move. If you want to be closer to people who think and feel and act like you, move. (When I asked singer/songwriter Lee Brice for the one piece of advice he would give any aspiring country artist, he said, "Move to Nashville.")
When the fear of moving is the only thing holding you back, move.
Don't worry. You'll soon find cool new places to hang out. You'll soon develop new routines. You'll soon make new friends. And you'll gain a great new perspective on your life.
Besides, Thomas Wolfe was wrong. If it doesn't work out, you can go home again.

6. Choosing not to let go.

Bitterness, resentment, and jealousy are like drinking poison and expecting the other person to die. You are the only one who loses.
Life is too short to resent all the people who may have hurt you. Let hard feelings go.
Then spend the energy you save cherishing the people you love and who love you.

7. Choosing not to say you're sorry.

We all make mistakes, so we all have things we need to apologize for: words, actions, omissions, failing to step up, step in, to be there when we're needed...
Swallow your fear — or pride — and say you're sorry. Then you'll help the other person let go of their resentment or bitterness.
And then you both get to make the freshest of fresh starts, sooner instead of later — or instead of never.

jelena battle plans@JelenaRisticNDFThrow out your backup plan.

8. Choosing not to throw out your backup plans.

Backup plans can help you sleep easier at night. But backup plans can also create an easy out when times get tough.
You will work a lot harder and a longer if your primary plan has to work because there is no other option. Total commitment — without a safety net — will spur you to work harder than you ever imagined possible.
Then, if somehow the worst does happen (although the "worst" is never as bad as you think), trust that you will find a way to rebound.
As long as you keep working hard and keep learning from your mistakes, you always will.

9. Choosing to be too proud.

Don't be too proud to admit you made a mistake. Don't be too proud to have big dreams, or to poke fun at yourself, or to ask other people for help.
Don't be afraid to take a chance and fall on your face… and then to pick yourself up, dust yourself off, and go again.
Instead, take pride in the fact that no matter what might happen, you will always get up and go again.
That way, you never truly lose — and your dreams can never, ever die.

10. Choosing not to care.

Rejection hurts. Sadness hurts. Failure hurts; sometimes a lot. So what do you do?
You avoid getting hurt by deciding you no longer care. But then you never get to experience the joy of connection, the joy of happiness, and the joy of success.
Choose to still be in the game. Choose to care.
Choose to live.
Now it's your turn. What things do you regret... or hope to someday never have to regret?

martedì 18 novembre 2014

Porca troia

Oggi e' uno di quei giorni proprio del tipo "porca troia" (per non dire qualcos'altro...).

Non perche' sia successo qualcosa di particolare...bhe forse una o due cose che ha fatto "girare male" la giornata, ma nulla di trascendentale dai...

Voglio dire, penso sia normale quando si e' in procinto di stravolgere e cambiare la propria vita (per chi non lo sapesse o avesse ancora capito me ne vado all'estero tra qualche mese), passare dall'euforia piu' totale tipo "strafatti di Prozac" al "down depressivo per aver pestato una coccinella ed aver incrinato l'equilibrio dell'universo", ma e' distruttivo credetemi.

Il fatto e' che hai talmente tante cose da organizzare in relativamente troppo o troppo poco tempo, del tipo fare una stima di quando partire mesi e mesi prima per risparmiare sul volo, calcolare approssimativamente quanta disponibilita' finanziaria riuscirai a portarti via, ma nel frattempo considerare le spese ricorrenti cercando nel breve di chiuderle, cessando contratti o vendendo le cose, ritrovandoti pero' magari a dover "tamponare" se realizzate troppo in anticipo, tipo il riuscire a vender l'auto o ad affittare casa prima del previsto...va benissimo, ma poi che si fa?

E' un po' come dover buttar giu un palazzo riempiendolo zeppo di C4, ma non avere altra possibilita' di innescare l'esplosione se non che da dentro lo stesso, cercando di calcolare bene i tempi di fuga...bel casino!

Ad ogni modo, oggi mi son spippettato e strippato un altro po' nel dedalo dei visti e dei punteggi, cazzarola farsi di LSD e' un trip meno complicato, e ne vieni fuori piu' sano. Ad un certo punto mi son staccato, mi si friggeva il cervello, spendero' qualche soldo per una qualche ora di supporto con un Migration Agent una volta in loco, ne varra' comunque la pena.

L'altro giorno ho acquistato un libro/manuale sui visti scritto da una ragazza italiana, Francesca Cabaletti, emigrata con il compagno 4 anni fa, 24€ davvero ben spesi, un bel sunto interessante e ben scritto, quasi 500 pagine, non e' sicuramente economico ma ne valeva decisamente la spesa.
Navigando com mio solito qua e la' in cerca di notizie di recente mi sono imbattuto mel suo sito e blog, "Immigrata allo sbaraglio", che colpisce subito per il modo diverso dal solito e accattivante di raccontare e parlare del down under, "ma non la solita solfa" come recita appunto la frase di apertura, il blog e le sue newsletter sono scritte cosi' con passione che e' impossibile non rimanerne rapiti (sempre che ve ne freghi qualcosa dell'argomento, sottointeso)

Per oggi chiudo qui, il Mac e' scarico e scrivere dall'iPad e' una tortura, ma tornero' sull'argomento Visti e domande esistenziali a breve, carne al fuoco ce n'e' tanta ;-)

Goodnight


sabato 15 novembre 2014

Giro di boa

Tra le tante cose che ho da fare ho pensato pure di aprire questo blog, un paio di settimane fa, pertanto sarebbe anche ora di scriverci dentro qualcosa...

Mi passano talmente tante cose per la testa, ed ho la grandissima fortuna di avere, a volte, persone ed amici attorno per condividere le idee ed i pensieri in maniera completamente trasparente, senza giudizi o pregiudizi.


"Tutto e' relativo" (Luca Rivaldi)


E' tutto assolutamente relativo a cio' che ci circonda, al momento, e sopratutto da chi osserva.


Per molto, molto tempo, mi sono chiesto se quello che stavo facendo, nella e della mia vita, fosse realmente cio' che avevo in mente per me, se stavo prendendo la strada "giusta", se ero felice di cio' che stavo inseguendo, o se invece stessi solamente calcando la strada di un altro me, disegnata e pianificata da qualcun'altro.


"Connecting the dots" (Steve Jobs)


Li chiamiamo "visionari" perche' hanno la capacita' innata e rara di riuscire a "vedere" il futuro, a prevedere le mode ed i futuri trend, anni prima che accadano.

Per la maggior parte di noi e' impossibile vedere il nostro futuro, e possiamo limitarci il piu' delle volte solamente ad "unire i puntini", guardando dietro le nostre spalle, la strada che abbiamo percorso. Il piu' delle volte solo a cose fatte capiremo il senso di tali.

Per ora posso solo dire che ho messo sicuramente un "puntino" nel mio cammino che ricordero' per lungo tempo, guardando indietro.


Bye Bye Diesel...